Un commento sulla Memoria scritta di Istat presentata alla VI Commissione Finanze Camera dei deputati 2 marzo 2023

Stefano Sylos Labini


Secondo ISTAT il principio di “pagabilità” deve essere inteso in un’accezione più ampia del rimborso diretto e immediato da parte della Pubblica Amministrazione.
Nella memoria è scritto:
“Nel caso in cui esista una ragionevole certezza che, nel corso del tempo, il credito sarà utilizzato nella sua interezza (e, quindi, non perso), lo stesso è da ritenersi “pagabile” da registrarsi come spesa delle Amministrazioni pubbliche (sebbene lo Stato non paghi neppure un centesimo – NdR) …
…Poiché la cessione a terzi, di fatto, aumenta considerevolmente la possibilità di utilizzo del credito, la stessa deve intendersi come un indizio di fruibilità completa…
…Alla luce di ciò, Istat ha concordato con Eurostat una riclassificazione dei Superbonus e del Bonus facciate come “pagabile”, a partire dalla pubblicazione dei Conti Nazionali del 1 marzo 2023”.
Quindi secondo Istat, in accordo con Eurostat, un credito fiscale può essere classificato come pagabile se esiste una ragionevole certezza che il credito non sarà perso perché la cessione a terzi deve intendersi come un indizio di fruibilità completa.
Si tratta di una classificazione che può essere verificata solo ex post in quanto i dati sui crediti che andranno persi saranno noti solo quando tali crediti saranno portati in compensazione. Inoltre, è proprio un credito fiscale che non può circolare ad avere una più alta probabilità di essere sfruttato integralmente: se il committente ha una capienza fiscale di 50.000 euro perché dovrebbe prendersi 100.000 euro di crediti fiscali sapendo che non potendoli cedere ne sfrutterà solo 50.000? Si prende solo i crediti che può portare in compensazione e il resto dei lavori lo fa in nero oppure li paga con fatture separate. Dunque il discorso sulla trasferibilità e sulla relativa “non perdibilità” è assolutamente arbitrario e contraddittorio e ha creato una grande confusione sulla classificazione dei crediti fiscali.
Istat afferma che le evidenze fornite dal MEF e dall’Agenzia delle Entrate sull’utilizzo di questi crediti negli anni 2021 e 2022 (relativi alle spese sostenute nel 2020 e 2021) hanno mostrato che solo una quota ritenuta trascurabile dei crediti del superbonus e del bonus facciate è stata persa.
Per i gli altri bonus edilizi ad aliquota ordinaria, invece, Istat sostiene che una quota rilevante dei crediti sia stata persa: per questo possono essere classificati ancora come “non pagabili”.
Naturalmente Istat non ha fornito nessun dato sui crediti fiscali che sono stati persi sia per il superbonus e il bonus facciate sia per gli altri bonus ordinari.
In conclusione, la classificazione adottata da Istat con il consenso di Eurostat è priva di qualsiasi dato a supporto ed è in contrasto con ciò che è stato stabilito nel SEC2010 per cui un credito fiscale è pagabile se l’importo del credito che eccede il debito di imposta viene pagato al beneficiario. Dunque se il credito fiscale è pagabile esiste l’obbligo da parte dello Stato a pagare.

Al contrario, nel SEC2010 un credito fiscale è non pagabile quando non esiste un obbligo per lo Stato di pagare alcunché a qualcuno: quest’assenza di obbligo non è inficiata dai passaggi di proprietà del credito resi possibili dalla trasferibilità. Ciò significa che secondo il SEC2010 un credito fiscale che non dà il diritto al rimborso cash può anche essere scambiato un milione di volte e non essere perso ma rimarrà non pagabile.
Bisogna fare luce su questa triste vicenda che ha distorto il rapporto deficit/Pil degli anni passati e continuerà a influenzarlo nel futuro.

Stefano Sylos Labini

Laureato in geologia all’Università La Sapienza di Roma nel 1985, dopo un periodo di studio in Giappone, si è specializzato in geomorfologia e sismotettonica. In questo ambito ha studiato il bacino de L’Aquila e lo Stretto di Messina. Ricercatore all’ENEA dal 1989, dopo aver trascorso un periodo di studio all’Università di Berkeley su temi di economia internazionale, si è occupato di trasferimento tecnologico nell’Agenzia per l’innovazione, società partecipata da ENEA e Mediocredito centrale. Successivamente ha approfondito temi relativi a energia e ambiente collaborando con il Centro Europa Ricerche fondato da Giorgio Ruffolo, con la Svimez e con la Commissione europea. Dal 2011 si è dedicato ad analisi di economia finanziaria e monetaria pubblicando con Giorgio Ruffolo articoli su la Repubblica e il libro “Il film della crisi” edito da Einaudi e dal 2014 ha lavorato sul progetto della Moneta Fiscale.