Stefano Sylos Labini
Abbiamo lanciato i crediti fiscali trasferibili per primi e poi li abbiamo eliminati mentre negli Stati Uniti questo strumento finanziario è in espansione e ha catalizzato 500 miliardi di $ di investimenti a partire dal 2022, anno della loro introduzione per finanziare la transizione ecologica
I crediti fiscali trasferibili, che ci consentivano di finanziare l’economia senza chiedere soldi in prestito sui mercati, sono stati affossati dai governi Draghi e Meloni. Al riguardo è interessante rileggere le dichiarazioni di Mario Draghi, Giancarlo Giorgetti e Alberto Bagnai.
Nel suo ultimo intervento in Senato a luglio 2022 Mario Draghi aveva affermato: “Sul superbonus voi sapete quello che ho sempre pensato, ma il problema non è il superbonus, il problema sono i meccanismi di cessione che sono stati disegnati: chi ha disegnato quei meccanismi di cessioni senza discrimine e senza discernimento, lui o lei o loro sono i colpevoli di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti”.
Dunque, il problema non era l’incentivo al 110% e neppure che ne avevano usufruito le fasce benestanti quando bisognava fare un intervento più mirato. No, il problema era la circolazione dei crediti fiscali: questi crediti non dovevano circolare. Dovevano rimanere fermi fino alla scadenza. Infatti Draghi aveva imposto un limite di tre sole cessioni creando problemi enormi alle imprese che volevano scambiare e monetizzare i crediti fiscali.
Nel novembre 2022, il ministro dell’Economia Giorgetti aveva dichiarato: “Ci sono osservazioni da parte di soggetti esterni…Stiamo attenti, evitiamo di dire che questi crediti di imposta devono circolare liberamente. Non dobbiamo proprio dirla questa cosa qua, è meglio per tutti e per lo Stato italiano in particolare”.
Questa dichiarazione faceva trasparire un avvertimento minaccioso svelando il vero motivo dell’attacco alla trasferibilità dei crediti di imposta. Secondo diversi commentatori i crediti d’imposta generati dai bonus edilizi nel momento in cui possono circolare liberamente nell’economia vengono considerati dalla BCE come una pericolosa forma di moneta fiscale.
In un intervento al Parlamento nel 2024 il senatore della Lega Bagnai aveva affermato: “la circolazione dei crediti fiscali creava moneta… l’introduzione di una circolazione di moneta fiscale parallela su scala nazionale sarebbe stata avversata in tutti i modi”.
Sarebbe stata avversata ma non è affatto illegale e quindi non poteva essere tolta di mezzo con metodi “legali” in quanto i crediti fiscali trasferibili sono pienamente legittimi all’interno della normativa dell’eurozona.
E’ sconcertante che nell’era del neoliberismo fondato sulla libera circolazione dei capitali, sia stata eliminata la libera circolazione dei crediti fiscali che sono titoli di Stato a rischio zero per il mercato poiché danno il diritto a scontare le tasse. Il mercato in modo libero e autonomo decide di scambiarli su base volontaria in cambio di merci e servizi oppure di euro.


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